Oltrecortina
IX tappa: da Barysau(Барысаў) a Orsha(Орша): 141 Km. Dislivello: 580 m.



Nona tappa. 21 Giugno 2010:

Oggi mi aspetta una tappa di "trasferimento": devo raggiungere Orsha, l'ultima città bielorussa prima de confine. Lungo il tragitto non ci sono mete particolari da raggiungere. Parto comunque di buon'ora poichè devo riattraversare tutta la città e dirigermi verso Nord. Questo tratto del viaggio ha avuto una pianificazione complessa. Ho solo due possibilità: O percorrere un tratto della M1 oppure cercare la direzione giusta seguendo strade secondarie. La stanchezza accumulata e la durezza delle strade secondarie, le quali presentano scollinamenti spesso molto faticosi, mi induce a scegliere la prima possibilità. La M1 è in effetti molto tranquilla: L'asfalto ottimo e la corsia molto ampia. Il viaggio continua monotono lungo la tranquilla autostrada quando improvvisamente mi trovo di fronte ad un casello autostradale. Adesso saranno guai! Mi avvicino timidamente ad una guardia a lato del casello, con i peggiori timori e chiedo come possa fare per passare il casello. Il militare non si scompone affatto. Mi indica un piccolo sentierino tra le costruzioni che si trovano al lato del casello e mi suggerisce di passare da quella parte. Ma il mio stupore aumenta quando mi accorgo che non si tratta di un sotterfugio: questa è proprio il passaggio per biciclette e pedoni. Questo paese mi stupisce con il suo connubio paradossale ma riuscitissimo tra una elvetica disciplina dell'ordine e un'arte di arrangiarsi partenopea. Nonostante le mie paure si siano dimostrate del tutto infondate, decido di lasciare appena possibile l'autostrada: il viaggio è troppo monotono e noioso e rimpiango le solitarie e maliarde strade della campagna Bielorussa e decido di sfidare la stanchezza.
Il resto della tappa scorre lentamente tra piccole izbe coloratissime e carri colmi di fieno trainati da cavalli, tra monumenti sgargianti alle vittime della Grande Guerra Patriottica (il termine russo che designa la II Guerra Mondiale) a deliziose chiesette di legno. La strada si srotola lenta e dritta, lunga cicatrice di nero asfalto, tra boschi cupi e altissimi e ampi prati verdi, quasi immobili nella loro vastità. Infine nel tardo pomeriggio arrivo infine ad Orsha. Il tempo sembra cambiare e il cielo sereno si è coperto di nuvole grigie. Orsha è attraversata da un ampio fiume che a sua volta è circondato da un bellissimo parco. Al centro del fiume su una isola verde si erge il muro rosso di una fortezza. Nell'acqua dell'ampio fiume, quasi un laghetto, si riflettono le chiare sagome delle chiesette che fanno corona al parco. L'albergo è molto più lussuoso di tutti quelli incontrati fin'ora -eccetto quello di Minsk-. Orsha sembra una città molto grande e popolata. Nell'albergo arriva un gruppo di motociclisti russi in tenuta Hell Angel: pantaloni in pelle, stivali neri, catene cromate sui pantaloni e borchie di metallo sui polsi. Ma sono molto gentili e scambiamo due chiacchiere sui nostri relativi viaggi. Mi dicono di enire dalla russia -ma non riesco a capire da quale città- e hanno percorso molti chilometri..beh anch'io..eheh. Gironzolo per la città per fare le solite compere per il giorno successivo. Orsha sembra molto più trafficata delle altre città bielorusse, ma è lo stesso una località tranquilla e pulitissima e piena di verde. Ceno nell'albergo dove mi aspetta una gradita sorpresa. Nel tavolo vicino al mio noto un uomo con camicia e scarpe molto eleganti. Nella mimica e nei gesti scopro qualcosa di familiare e anche se parla in russo non mi posso sbagliare: è italiano! E' qui per affari e deve concludere un qualche contratto. Scambiamo due chiacchiere e quasi non crede che sia arrivato fin qui in bicicletta. Beh nemmeno io ci credo ancora eheh.

Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio 2011
by biciviaggi.