Oltrecortina
III tappa: da Białowieża a Grodna(Гродна): 149 Km. Dislivello: 638 m.



Terza Tappa. 15 Giugno 2010:

Oggi finalmente varcherò il confine. E' un po' come entrare in un nuovo mondo. Una regione d'Europa per tanti anni completamente isolata dal resto. Ed anche oggi non del tutto integrata. Non so cosa mi aspetta ma non nascondo una profonda agitazione. Ho definitivamente abbandonato l'idea di passare il confine attraverso le stradine interne del parco. Ho paura che il confine non sia sorvegliato e dunque non riesca a farmi consegnare il foglio di immigrazione, necessario per la registrazione presso gli alberghi e da consegnare, al momento della ripartenza, alla dogana dell'aereoporto di Mosca. Decido di seguire il percorso alternativo a lungo pianificato, che segue il confine verso nord fino all'intersezione con la strada 65 che collega Bialystok con il villaggio di Bobrowniki presso la frontiera con la Bielorussia. Attraversata la frontiera a Bobrowniki mi dirigerò verso nord in direzione della cittadina di Grodna (Hrodna). Questo itinerario mi consente di passare per il Bosco delle Querce Reali e attraversare la foresta della Bielowieza attraverso una strada secondaria che spero praticabile. L'aria è fredda e umidissima. Ha piovuto per tutta la notte e la bicicletta, che è rimasta all'aperto, è completamente bagnata. Attraverso il bosco, diretto nel cuore della foresta, avvicinandomi all'area della Riserva naturale completamente chiusa e protetta. Questo è il cuore della Foresta e dunque la biosfera più antica d'Europa. E' un posto incredibile Presto mi trovo a pedalare completamente circondato da alberi altissimi. E' spuntato il sole e anche se i raggi faticano a varcare le fitte chiome, quando arrivo al Bosco delle Querce Reali l'aria è già tiepida. Il Bosco è incantevole: una passerella di legno lo attraversa tortuosa, passando a pochi metri dalle maestose e secolari querce. Gli alberi secolari sono stati piantati secoli fa dai governanti dell'antico regno di Polonia e Lituania ed ogni pianta ha una sua storia meticolosamente segnata su dei cartelli di legno al lato del sentiero. C'è intorno un silenzio irreale mentre la luce del sole trapela dai rami riscaldando i tronchi umidi, e la brina mattutina evapora in nuvole rosate. Riprendo il cammino in un silenzio assoluto per una stradina sterrata immersa nel più fitto dei boschi. Infine riemergo all'aperto in una soleggiata pianura. In fondo, verso oriente, la striscia verde scura della foresta segnala il confine con la bielorussia.
Sulla strada Bialystok-Minsk faccio un incontro inatteso. Nella fitta foresta che si apre ai lati della strada appare un grosso cervo che, spaventato, fugge improvvisamente perdendosi nella boscaglia. Finalmente al confine. me ne accorgo dalla lunghissima fila di camion fermi lungo la carreggiata in attesa di passare la dogana. Li supero velocemente, seguendo il flusso delle automobili, anch'esse in fila. E arrivo al primo posto di controllo. Dopo numerosi controlli e passaggi di ricevute -devo anche acquistare l'assicurazione obbligatoria per la Bielorussia, che fortunatamente costa solo 2 euro- sono finalmente in territorio Bielorusso. Il tutto sarà durato meno di mezz'ora. Davanti a me si apre un paesaggio completamente aperto e la strada che si dirige a Grodno si perde tra campi ondulati verdissimi. La fatica si fa sentire. Il vento soffia molto forte e il terreno è un continuo saliscendi. Quando sono ormai a pochi chilometri da Grodna mi supera una macchina di grossa cilindrata, che rallenta e mi affianca sulla destra. Gli amici mi avevano avvertito della pericolosità del viaggio... che avessero ragione? beh ormai è troppo tardi, vediamo cosa vogliono. E' un ragazzo che viaggia con la madre e la sorella (o forse la fidanzata) che mi chiede da dove venga e incredibilmente scopro che lavora in italia, nella provincia di Bergamo! Sembra contentissimo di trovare un italiano in Bielorussia. Mi offre di accompagnarmi per la città di Grodna dove anche lui è diretto. Ci salutiamo cordialmente scambiandoci i numeri di telefono. Purtroppo non ci rivedremo. La sera infatti decido di non chiamarlo per paura di fare troppo tardi e dover ritardare la partenza di domani. Anche lui in effetti non chiama. Meglio così in fondo. Avrei fatto tardi e non mi sarei riposato.
La stanchezza inizia a farsi sentire, la giornata è stata molto dura. Solo la vista delle prime costruzioni di Grodno mi solleva il morale. la ricerca dell'albergo non è difficile e mi oriento molto bene negli ampi viali della città. L'albergo è una costruzione molto austera, ma accogliente. La stanza è spartana ma non manca di nulla. C'è anche una bellissima radio che sembra un cimelio degli anni '70. Sono molto affamato e cerco il ristorante che faccio fatica a trovare. In realtà il ristorante non è -come in Italia- uno spazio aperto con dei tavoli. Si sviluppa lungo un corridoio in legno su cui si affacciano numerose porte nere. Ogni porta è un salone con una sala da pranzo. Entro in una delle porte a caso e mi trovo nel bel mezzo di una festa tutta al femminile con musica e balli sfrenati -una specie di addio al nubilato, forse.- Oltre alle donne sedute al tavolo a festeggiare sono l'unico avventore. All'inizio mi sento un po' a disagio, ma dura poco: tutti sono molto gentili e sorridenti. E lo spettacolo inatteso di queste donne, forse anche un po' brille, che ballano allegre al centro della sala è un bellissimo imprevisto. Me la cavo egregiamente con il mio stentato russo e consumo (troppo) in fretta una sostanziosa cenetta.

Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio 2011
by viaggibici.