Oltrecortina
I tappa: da Varsavia (Warszawa) a Ciechanowiec: 157 Km. Dislivello: 328 m.


Prima tappa. 12-13 Giugno 2010:

E' il mio secondo viaggio impegnativo a tappe. Ho scelto di attraversare le grandi pianure della Russia europea seguendo l'itinerario dell'esercito napoleonico nel 1812. L'organizzazione del viaggio è stata lunga e faticosa ma finalmente è arrivato il giorno della partenza. Per ragioni di tempo non posso permettermi di partire direttamente da Roma, dove vivo, e ho deciso di iniziare il viaggio da Varsavia. Dopo mille ripensamenti ho finalmente deciso di effettuare viaggio di trasferimento da Roma a Varsavia in pullman. E' in effetti un viaggio molto lungo e non estremamente comodo, però ha tre grandi vantaggi.
Il primo: posso godermi il viaggio seduto su una comoda poltrona, insieme ad altri viaggiatori quasi tutti polacchi e bielorussi e iniziare così un piacevole avvicinamento alle genti di "oltrecortina"
Il secondo: ho sistemato la bici nel portabagagli del pulman e sono così sicuro di poter scaricare subito la bicicletta una volta arrivato nel centro della città.
Il terzo: la stazione dei pullman a Varsavia si trova vicinissimo al campeggio dove ho intenzione di pernottare e molto vicino al centro storico.

Purtroppo il pullman arriva con un'ora di ritardo e non potrò visitare la chiesa della Santa Croce dove si trova il cuore di Chopin, come era mia intenzione. Quest'anno infatti ricorre il bicentenario della nascita del compositore polacco (Fryderyk Franciszek Chopin 1810-1849). Pianto la tenda nel campeggio e cerco di orientarmi per acquistare i biglietti del tram e raggiungere il centro storico. Come temevo la chiesa della Santa Croce è chiusa. Ne approfitto per visitare la città vecchia, e gironzolare per la città. Varsavia, almeno nelle zone intorno alla stazione centrale, si presenta come un gigantesco cantiere. Grattacieli in vetro e acciaio che si stagliano dappertutto. Enormi cartelloni pubblicitari che nascondono edifici in costruzione: il peggio architettonico delle città occidentali. In confronto il cupo grattacielo staliniano sede dell' ex-Palazzo della Cultura e della Scienza sembra un gioiello di architettura. Lo avvicino la sera, appena scende il crepuscolo. E' imponente e veramente un pò cupo, ma molto suggestivo. E' circondato da statue di operai e contadini che tengono in mano gli strumenti del loro lavoro e quelli dello studio, dell'arte e della ricerca. Il tempo purtroppo peggiora ed inizia a piovere. Purtroppo continuerà per -quasi- tutta la notte.
La mattina mi alzo molto presto per asciugare la tenda completamente bagnata. Purtroppo l'acqua è entrata anche all'interno poichè sotto la tenda si è formata una piccola pozzanghera. Trascorro quasi due ore ad asciugare la tenda e preparare i bagagli. Finalmente si parte ma l'aria è freddissima. La sera prima, appena arrivato a Varsavia, c'erano 36 gradi! Adesso invece, per il freddo, devo mettermi i guanti, la giacca antivento e i manicotti sulle braccia. Dopo qualche ora sono finalmente fuori da Varsavia in direzione di Treblinka. Pedalo per tranquille strade di campagna. I boschi intorno sono quasi completamente allagati per la forte pioggia del giorno precedente. Mi fermo solo per comprare qualcosa da mangiare per il pranzo. Nel frattempo è spuntato un sole caldo e allegro. Un ragazzo in bicicletta mi consiglia una scorciatoia per Treblinka attraverso una stradina secondaria tranquillissima.
L'ultimo tratto di strada per Treblinka è terribile. Il manto stradale è composto da enormi lastroni di cemento, divisi regolarmente da profondissimi solchi che non posso evitare. Speriamo che la bici non si rompa. Infine arrivo al luogo dove sorgeva il campo di Treblinka. In realtà non è rimasto nulla del campo. Dove una volta c'erano baracche e prigioni adesso c'è un bellissimo parco immerso nel bosco. Solo sculture essenziali in cemento e pietra ricordano i tragici avvenimenti qui accaduti. I tedeschi distrussero tutto prima dell'arrivo dell'Armata Rossa. Al centro di una spianata circondata da un folto bosco sono stati confitti in terra migliaia di sassi. I più grandi, enormi massi appuntiti, portano il nome delle città, dei paesi, delle regioni che hanno versato il loro macabro contributo di dolore e morti qui nel lager. E' un luogo davvero molto toccante. Su un masso enorme al centro sono incise, in diverse lingue, alcune parole: "Mai più". So tristemente essere una speranza vana.
Riparto però in fretta perchè il tempo sta cambiando. Arrivo in serata nella città di Ciechanowiec. Qui c'e' un piccolo museo all'aperto, dell'agricoltura. La struttura offre anche la possibilità di pernottare nel museo in una delle "dacie" nel grande parco interno. Il personale è incredibilmente gentile. Mi accompagnano al "ristorante" -in realtà un chiosco che vende panini-, mi mettono in contatto con una ragazza che parla italiano per spiegarmi che posso visitare il museo anche fuori l'orario di apertura -del resto la casetta in cui mi sistemo si trova proprio dentro il museo!- Prima di andare a dormire il custode mi regala una cassa di fragole che lui stesso ha raccolto nel giardino. Saranno almeno 3 chili di fragole!
Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio 2011
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