The Call of The Wild
Il Richiamo della Foresta
I tappa. Il ghiacciao Mendenhall e Juneau. Distanza: 45Km. Dislivello: 180m.



Prima tappa. 12 Giugno 2013:

Quando arrivo nel piccolo areoporto di Juneau è notte fonda. L'aereoporto sta chiudendo e devo montare la bici all'aperto. Salgo in sella e noto distrattamente che c'è qualcosa di strano nello sterzo, ma l'eccitazione prende il sopravvento e non ci bado molto. Al primo incrocio, quando tento di girare il manubrio, perdo il controllo e precipito a terra: mi sono dimenticato di fissare il dado del manubrio e la bici era incontrollabile!! Si è rotto lo specchietto retrovisore ma io e la bici stiamo bene, per fortuna. Mi sono preso però un grande spavento!
Prima di partire ho prenotato l'alloggio in un vicino Motel. Sapevo di arrivare a notte fonda e di non aver tempo e voglia di mettermi a cercare un alloggio nella città che dista circa 20 km. Il piccolo Motel si trova invece vicino all'aereoporto ed è molto comodo e tranquillo. Non faccio nemmeno in tempo ad entrare che subito cado in un sonno profondissimo: il viaggio in aereo è stato massacrante.
La mattina, appena alzato, faccio colazione nel piccolo Motel insieme ad altri viaggiatori in un piccolo locale ma accogliente. La colazione è molto povera e io sono affamato! Ma voglio andare a visitare il ghiacciaio Mendenhall di prima mattina per evitare i turisti. la strada principale è aplissima e anche trafficata. del resto è l'unica strada che collega la città, l'aereoporto e il porto dei traghetti. Juneau è l'unica capitale Degli Stati Uniti che non è raggiungibile via terra. Infatti la strada che sto percorrendo, termina alcuni chilometri a nord. Per fortuna al lato della strada principale c'e' una tranquillissima pista ciclabile che costeggia la foresta. Nella striscia di prato al lato della ciclabile sono maturate dei bellissimi tarassachi (probabilmente una varietà artica) con le loro sfere leggere di semi alati e impalpabili. Ai lati della strada sorgono delle ville molto grandi. Probabilmente questa è la zona residenziale.
All'improvviso, non so come, mi accorgo di aver dimenticato a casa il giubbetto anti vento ed impermeabile! E' un grosso problema! Devo assolutamente procurarmente uno prima di iniziare il viaggio. Forse potrei acquistarlo domani a Skagway dove arriverò con il traghetto ma preferisco non rischiare e decido di scendere in città (anche se mi costerà una tappa faticosa) questo pomeriggio. Juneau è la capitale dell'Alaska e probabilmente è l'unico posto nel raggio di migliaia di chilometri in cui poter trovare quello che cerco! Per il momento cerco di rilassarmi e godermi l'incantevole paesaggio: la foresta lentamente prende il sopravvento e tra i tronchi grigi di muschio e licheni si intravede appena il verde sottobosco, intricato e buio. Più lontano si apre lo scenario incantato del ghiacciaio abbacinante. Il cielo è limpido e senza nuvole e il sole illumina le montagne di una luce fredda e brillante. Entro nel parco lungo il sentiero principale che arriva fin sotto la cascata del ghiacciaio. Ci sono dei cartelli lungo il percorso, che avvisano circa gli ultimi avvistamenti di orsi. La cosa non è per niente tranquillizzante: l'ultimo avvistamento risale a pochi giorni fa... Pedalo canticchiando perché è buona norma far sentire la propria presenza agli orsi in modo da non spaventarli. Potrebbero reagire violentemente se colti di sorpresa. L'aria è colma di odori che provengono dall'umido sottobosco tagliato dal tortuoso sentiero.
Il sentiero percorre il bordo del lago formato dallo scioglimento del ghiacciaio. Tutta questa area, enorme, era completamente ricoperta dal ghiacciaio fino a qualche anno fa. Il Lago praticamente non esisteva e l'ingresso del parco coincideva con la fronte del ghiacciaio.
L'enorme cascata che si trova alla fine del sentiero è imponente. L'acqua scende rombando da centinaia di metri e l'aria è gelida. L'enorme ghiacciaio, che si riflette nell'acqua immobile e cristallina fa da sfondo spettacolare. Purtroppo non posso intrattenermi molto come avrei desiderato. Devo andare in città al più presto per acquistare il giubbetto. Inoltre devo acquistare la bombola da campeggio del gas e altre cose necessarie che non ho potuto portare con me in aereo. La strada che collega l'aereoporto con la città è in realtà una Motorway, riservata solo agli autoveicoli. Me ne rendo conto solo quando un automobile si ferma davanti a me e a cenni mi fa capire che non posso proseguire su questa strada, ma devo percorrere la pista ciclabile che si trova dall'altro lato e che non avevo visto. A destra della strada c'è un enorme prato verdissimo solcato da profondi torrenti. In realtà è una laguna paludosa incastrata tra gli alti monti che le fanno da grandioso scenario.
Juneau è una città molto caotica. La strada ciclabile percorre inizialmente le strade esterne e più tranquille, ma poi converge verso il centro trafficato e rumoroso.
I territori dell'Alaska furono colonizzati dai russi nel XIX secolo e in città sono rimasti molti ricordi della loro presenza. Tra tutti spicca una caratteristica chiesa ortodossa dalla tipica cupola a cipolla. nella piazza centrale c'è un saloon in stile western che si affaccia di fronte ad una sala da té russa dal nome significativo: Samovar. Dopo aver acquistato tutto quello di cui avevo bisogno riprendo la via per l'aereoporto.
Sul tetto di un edificio lungo la ciclabile vedo delle strane figure. Quando mi avvicino mi accorgo che sono delle sculture in lamiera che richiamano i personaggi del celebre film "Il mago di Oz". La costruzione si trova dentro una specie di officina. Mi viene l'idea di farmi riparare lo specchietto. L'officina è veramente malandata. Nel capannone sono accatastati alla rinfusa motori e parti di telai. Indaffarati dal lavoro ci sono un ragazzo biondo molto giovane con una tutta da meccanico e una ragazza mora con il vestito tutto sporco di grasso e olio. Il ragazzo mi dice che forse conviene usare della colla. In effetti non ci avevo pensato! avrei potuto acquistarne un tubetto a Juneau. Inizia a saldare le due parti dello specchietto quando improvvisamente si accorge che le sue dita si sono incollate! Inizia a saltare su e giù nel locale mentre la ragazza lo guardia ridendo e gli porge del solvente. Per fortuna, non senza qualche urlo di dolore, riesce però a scollare le dita. Alla fine, per nulla turbato dall'accaduto mi chiede 5 dollari! "very expensive glue" dico impassibile. "yeah" risponde un po' imbarazzato!
Ritorno in motel e ceno nel "Jovany's restaurant" dove mi propinano la peggior pastasciutta che io abbia mai mangiato. Gironzolo per le strade deserte e silenziose del piccolo villaggio circodato dalle montagne che svaniscono nel crepuscolo.
Last update: 6 Luglio 2013
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