The Call of The Wild
Il Richiamo della Foresta
X tappa. Da Chicken a West Fork Creek. Distanza: 35Km. Dislivello: 500m.



Decima tappa. 23 Giugno 2013:

Oggi devo decidere se proseguire fino a Tok oppure spezzare la tappa in due. Ieri sono arrivato stremato, sono andato al letto molto tardi e ho mangiato poco. Forse la tappa fino a Tok è troppo impegnativa per oggi: mi aspetta un altro passo di montagna oltre i mille metri. Intanto cerchiamo di raggiungere Chicken. Sicuramente ci sarà un emporio e se sono fortunato potrò anche fare una colazione calda.
In realtà la piccola cittadina si trova a pochissimi chilometri dal punto in cui mi sono fermato per la notte. E' un vero villaggio di frontiera. Ci sono poche costruzioni apparentemente malridotte. La più grande è un grosso emporio che vende di tutto. Dalle pepite d'oro alle cartoline, dalle pelli di lupo alla cocacola, da stravaganti pietre colorate a buffi polli di plastica. Fuori, c'è un piccolo chiosco che prepara caffè e veloci spuntini. Mi siedo con calma sotto un pergolato aspettando l'arrivo della proprietaria e mi godo la giornata calda e serena.
La colazione è gustosissima e molto ricca. Mentre consumo delle squisite frittelle con marmellata arriva una coppia di viaggiatori. Ci sediamo insieme e iniziamo a chiacchierare: sono una coppia che viene dall'Ohaio con un camper: gran bel viaggio! Hanno attraversato la Dempster Highway e hanno incontrato un branco di caribù. Racconto loro le mie avventure con l'alce e con l'orso. Dalla bici gli animali selvatici non sono buffi soggetti da fotografare e bisogna essere prudenti: dall'abitacolo di un automezzo il mondo sembra un po' meno selvaggio! Dopo un po' ci raggiunge anche il proprietario. Ci racconta la storia di questo avamposto e ci svela che nel fiume si trova ancora dell'oro. Il figlio -dice- ha trovato qualche pepita nel letto del fiume. La famiglia è originaria della Danimarca ed emigrò in Alaska durante la corsa all'ora. Vanta anche dei parenti italiani! Ha aperto una scuola per i bambini della comunità dei nativi che vivono nella valle.
La conversazione è piacevole e vorrei rimanere qui a riposare: il sole è caldo e l'aria calma e fresca; ed io sono stanchissimo! Ma devo proseguire, ho fatto solo pochissimi chilometri e la giornata è stupenda. Meglio approfittarne.
Subito dopo aver attraversato il Wilson Creek la strada torna sterrata. Risale l'orlo meridionale della valle e prosegue dritta verso Sud-Ovest lungo un ampio altopiano. Ai lati della strada ci sono le tracce di un gigantesco incendio: per chilometri intorno a me vedo una distesa di alberi bruciati: esili pali neri piegati tristemente dal vento. Sul terreno, adesso scaldato dalla luce del sole, è nato un tappeto di minuscoli fiorellini bianchi.

Sulla strada deserta, stretta striscia grigia e polverosa che segue le ondulate colline dell'altopiano, appare all'improvviso la sagoma scura di un animale enorme. Ho paura si tratti di un orso, ma poi guardando meglio mi sembra troppo alto. Probabilmente si tratta di un alce o un caribù. Mi avvicino lentamente -gli alci sono molto aggressivi specialmente le femmine con dei cuccioli-. E' veramente imponente. Odora l'aria con l'enorme e buffo muso e non sembra per niente spaventato. Continua a camminare nella mia direzione e decido di lasciargli strada anche se procede contromano!
Siamo soli in mezzo ad una distesa sconfinata di alberi sulla bianca striscia sinuosa che si allunga all'infinito davanti e dietro la mia bicicletta. Rallento fino a fermarmi completamente. Non posso andare da nessuna parte, devo aspettare che mi raggiunga e mi oltrepassi. Si ferma ogni tanto incuriosito, per scrutarmi, e poi riprende ad avanzare, lentamente. Ha deciso di andare in questa direzione e non ho nessuna intenzione di fargli cambiare idea. Passano i minuti lentissimi. L'alce si avvicina sempre di più maestoso e lento. Rimango immobile per non farlo impressionare. E' enorme: alto come un cavallo e grosso come un toro. L'alce del nord America è uno degli animali più grandi: alcuni maschi possono pesare oltre mezza tonnellata e al garrese possono misurare oltre due metri! Passa vicinissimo, solo la riga gialla in mezzo alla strada ci divide e l'odore forte della foresta mi entra nelle narici. Poi mi oltrepassa e si allontana al trotto. In fondo anche lui stava studiandomi. Non avrà visto molti umani nella sua vita e meno che mai un umano con le ruote!
Finalmente giungo sulle rive del West Fork Creek. Scelgo un'area tranquilla ma la zona è completamente invasa dalle zanzare. E' insopportabile. Noto che sono attratte dal fornelletto a gas. Per impedire di essere "visto" dalle zanzare mi vesto con gli abiti impermeabili e indosso anche il passamontagna. In effetti sembra funzionare anche se evidentemente sentono l'odore dell'anidride carbonica prodotta dal respiro perché girano fastidiosissime intorno alle narici. Il oggi sole non tramonta. Nella tenda c'è un caldo insopportabile e non posso aprire la zanzariera su cui sono appese -in agguato- centinaia di zanzare. Poi verso le 22:00 all'improvviso la temperatura crolla e devo indossare rapidamente guanti, pantaloni, cappello e calzettoni di lana e infilarmi nel sacco a pelo. La mattina il mio termometro segnerà 5 gradi!
Last update: 28 Febbraio 2014
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