The Call of The Wild
Il Richiamo della Foresta
VI tappa. Da Carmacks a Pelly Crossing. Distanza: 106Km. Dislivello: 1400m.



Sesta tappa. 18 Giugno 2013:

Quando mi sveglio il ginocchio fa molto meno male ma ancora non è passato. Ieri prima di addormentarmi ho pensato che forse il dolore può dipendere dal freddo. L'aria è gelida e ha sempre soffiato un vento fortissimo da nord. Oggi provo ad indossare i gambali e mantenere i muscoli delle gambe più coperte. Preparo una rapida colazione in camera. Ieri ho comprato della cioccolata solubile: poiché in tutti gli alloggi ho trovato dei bollitori elettrici, ho pensato che posso prepararmi della buona cioccolata calda appena svegliato. Qualche biscotto, uno yogurth e della frutta e sono pronto per ripartire.
Appena uscito dal minuscolo villaggio la strada devia a nord bruscamente per oltrepassare il fiume Yukon su uno spettacolare ponte di ferro. Il letto del fiume è enorme. Il sole si trova proprio al centro del fiume ed è già alto. Dalle cime della foresta, scaldate dal sole, sale una brina leggera e diafana e si sente solo il chiocciolìo dell'acqua che corre veloce in vortici di luce dorata. M'incanto al sole che scalda e chiudo gli occhi abbagliato dalla luce e dal silenzio.
Poi lentamente riprendo il viaggio. La strada sale per superare la sponda del fiume e poi scavallare una piccola altura sulla destra. Dalla parte opposta la foresta lentamente si apre allo sguardo e il fiume appare tra gli alberi in basso e lontano: nastro verde-azzurro distillato di cielo e foresta.
Le ore passano monotone: la strada prosegue uniforme e senza strappi in mezzo agli alberi fittissimi ma non molto alti: è un lungo inseguirsi di rettilinei micidiali e lunghissimi come solchi profondi tra gli alberi dove il vento artico si incanala rallentando la corsa. E' tornato il dolore al ginocchio: del resto il vento di fronte mi costringe ad un continuo e faticoso sforzo.
All'improvviso, come se mi sentissi osservato, guardo nello specchietto retrovisore e noto una piccola figura nera sulla strada. Quando sono passato non c'era! Mi fermo incuriosito e mi giro per vedere di cosa si tratta. E' distante forse 200 metri forse più. E' evidentemente un'animale, distinguo le zampe e la coda lunga e il muso teso verso di me. Ma purtroppo è contro sole e distinguo solo la sagoma scura. Improvvisamente inizia a muoversi avanti e indietro da una parte all'altra della strada: è evidente che è incuriosito dalla mia presenza, -tanto da essere uscito dalla foresta in cui era nascosto- per venirmi a spiare. Adesso che mi sono fermato si è probabilmente innervosito e ha iniziato a muoversi avanti e indietro. Ricorda un po' la scena del film "Balla coi lupi" quando il lupo si avvicina all'accampamento.
Poi improvvisamente mi viene in mente che tra pochi chilometri ci sarà il bivio per la valle del fiume Stewart dove Buck, il cane protagonista del libro di Jack London ("Il Richiamo della Foresta", titolo originale "The Call of The Wild") ritrova finalmente la libertà. E mi vengono in mente le suggestive immagini con cui termina il libro:
"Each fall, when the Yeehats follow the movement of the moose, there is a certain valley which they never enter. [...] In the summers there is one visitor, however, to that valley, of which the Yeehats do not know. It is a great, gloriously coated wolf, like, and yet unlike, all other wolves." Non sono sicuro si tratti di un lupo (sottospecie: lupo delle Foreste dell'Alaska): è troppo distante e in controluce. Potrebbe anche essere una volpe rossa ma ha la coda troppo sottile e mi sembra troppo grande per essere una volpe. Comunque è meglio non rischiare ad avvicinarmi troppo. Potrebbe esserci il resto del branco nei dintorni. Dopo qualche minuto vedo da lontano arrivare alle sue spalle un autovettura. Il lupo, messo in allarme dal rumore, si allonta trotterellando nella foresta lanciandomi un'ultima occhiata incuriosita.

La strada prosegue dritta seguendo il corso del fiume Yukon che però è quasi invisibile. Si riesce ad indovinarne il corso tortuoso solo quando la strada si arrampica sulle alture a destra della strada. Improvvisamente all'orizzonte noto una figura scura al lato della strada. E' molto grande e si muove. Se fosse un orso sarebbe un grosso problema. Non saprei proprio come evitarlo. Mi fermo per poterlo osservare con più calma. Ad un analisi più attenta si rivela essere un uomo. Ma da dove viene? Qui non c'è nessun villaggio nel giro di chilometri. Il centro abitato più vicino dovrebbe essere un piccolo villaggio nei pressi di una pista di atterraggio ma si trova a molti chilometri di distanza a Nord. Anche se provenisse da lì non capisco proprio dove stia andando. Sono ore che pedalo senza aver incontrato nulla: né strade laterali, né case, né persone niente di niente. Beh non resta che proseguire e scoprirlo.
Quando arrivo a pochi metri mi accorgo che in realtà non si tratta di un uomo ma di una ragazza. Ci scambiamo un saluto e le chiedo da dove provenga. Mi dice che a pochi chilometri c'è un piccolo insediamento vicino il fiume. E' l'unica persona che incontrerò passeggiare a piedi lungo la strada prima di arrivare ad Anchorage!
In effetti dopo pochi chilometri la strada si biforca e a sinistra parte una pista che si infila nella foresta. Nascoste tra gli alberi vedo delle piccole abitazioni in lamiera in riva al fiume.
Più avanti, in prossimità della pista di atterraggio, la strada svolta bruscamente a destra e lascia definitivamente il corso del fiume che mi ha accompagnato per l'intera giornata e che ritroverò solo tra qualche giorno, a Dawson City.
Finalmente arrivo nel villaggio di Pelly Crossing che sorge nel territorio dei Selkirk. Il villaggio in verità è invisibile dalla strada. Qui c'e' solo la stazione di servizio che serve da distributore di benzina, emporio, fornaio, ufficio postale, motel, banca, lavanderia, e docce pubbliche! Un mega centro commerciale concentrato in una baracca.
C'é anche un piccolissimo museo della comunità. Dentro sono raccolte gelosamente le tesimonianze di questi antichi cacciatori. Il Canada è stato molto più tollerante -rispetto ai vicini alaskani- verso le popolazioni indigene e in tutto il Canada i discendenti degli antichi cacciatori sono oggi riuniti in una virtuale confederazione dei vari gruppi etnici denominati: First Nations. Essi sono molto orgogliosi delle loro tradizioni e dei costumi dei loro avi e tentano ostinatamente di conservare questo bagaglio prezioso che ormai purtroppo va lentamente scomparendo.
Il motel è molto tranquillo e la camera possiede un piccolo angolo cottura con un enorme forno a microonde. Dopo cena controllo il ginocchio. Il dolore non è passato. Il micidiale vento freddo proveniente da nord non sembra calmarsi, anche se questo probabilmente mantiene il cielo sgombro dalle nuvole. Però ho l'impressione che il dolore al ginocchio possa dipendere anche da altro. Provo a regolare meglio il sellino e lo alzo di alcuni millimetri. Domani controlleremo gli effetti. Mi addormento speranzoso sognando il lupo incontrato nella foresta.
Last update: 10 Luglio 2013
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