Maremma laziale
Vulci e Orbetello. Distanza 76km, dislivello 500m.





4 Agosto 2008
Scendo alla stazione di Montalto di Castro. Superata l'Aurelia mi dirigo verso l'area archeologica di Vulci, prima lungo la statale 312 castrese poi lungo la pių tranquilla provinciale 106. Purtroppo l'itinerario previsto č molto lungo e impegnativo e non ho tempo di visitare l'area archeologica. Devio verso il castello dell'Abbadia con il suo caratteristico ponte etrusco-romano noto anche come ponte dell'arcobaleno. Poco pių ad ovest la strada diventa sterrata e corre il confine tra il Lazio e la Toscana lungo una piccola dorsale. A Nord e Sud si aprono ampi campi mietuti e la strada polverosa segue ondulando le alture arse dal sole. La strada torna asfaltata poco prima di arrivare a Pescia Fiorentina e dopo Capalbio riconvergo verso l'Aurelia e la costa in prossimitā della Riserva del Lago di Burano. Questa regione faceva parte dal XVII secolo del cosiddetto Stato dei Presėdi affidato dal re di Spagna ai Vicerč di Napoli. Era un territorio strategicamente molto importante e lungo la costa erano stati costruite possenti torri di avvistamento. Una di queste si vede ancora nel lago di Burano. Seguendo la tranquilla strada che costeggia il lago arrivo sotto il promontorio di Ansedonia sulla cui sommitā sorgeva un tempo la colonia romana di Cosa. In basso i romani avevano costruito un porto e per evitarne l'insabbiamento avevano realizzato una grande fenditura nella roccia, chiamata Spacco della Regina. Dalla cima del promontorio, purtroppo aggredito da una intensa edificazione, si godono piccoli ma suggestivi squarci sul mare e la costa.
Sceso dal promontorio cerco l'ingresso della Riserva naturale Dune Feniglia. La Feniglia č un istmo di sabbia che collega la terraferma al monte Argentario. Il sentiero attraversa un paesaggio affascinante formato dalle dune di sabbia e altissimi e pini che formano un bosco fittissimo. Nella Riserva vive anche un piccolo gruppo di daini che pascolano tranquillamente vicino il sentiero. I tronchi dei pini sono letteralmente cosparsi dai gusci vuoti della muta di migliaia di cicale che adesso sugli alti rami riempiono l'aria di un assordante frinėo.
Uscito dalla riserva decido di tornare verso Orbetello attraverso un altro istmo. La strada sembra galleggiare nell'acqua. Vicino Orbetello c'č il famoso mulino completamente immerso nella laguna. Attraversato il pittoresco borgo di Orbetello raggiungo finalmente la stazione
Ultimo aggiornamento: 14 Marzo 2011
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